Leggendo l’articolo di Giuseppe [Alimentazione e salute in naturopatia],
la sua descrizione del nostro corpo come entità complessa, nella quale le varie
componenti devono armonizzarsi per creare quella fusione ottimale che è un corpo
e uno spirito in unità, mi è venuto spontaneo pensare alla poesia, in
particolare alla poesia giapponese, al dialogo continuo che intesse tra i vari elementi,
alla ricerca profonda e costante di una armonia che tocchi le profondità del
nostro essere.
Nel renga giapponese
più autori si alternano in vari interventi poetici: si tratta di una forma
poetica sviluppata in alternanza di voci che significa poesia a catena. Il primo
poeta dà il tema nell’incipit di 5, 7 e 5 sillabe (chiamato nel suo complesso hokku); il secondo lega a questo un
insieme di 7 più 7 sillabe; ad esso seguono, per mano di un altro poeta, tre
nuove misure di 5, 7 e 5 sillabe e così via, sino anche a 100 strofe...
La caratteristica principale del
renga è l’impressione di un balenio, legato all’attimo, alla sensazione
dell'istante, irripetibile, evanescente, che ci lascia nel cuore il senso
profondo della continua trasformazione delle cose.
In questo senso ogni aspetto
della vita diventa importante, anche
il più insignificante, perché ci
porta a vedere e percepire il mondo come entità nella quale i significati
possono esser colti anche negli elementi più effimeri...
Al tempo stesso il linguaggio si
apre, si piega a nuove ricerche, viene sfidato dal poeta ad aprirsi.
Ecco il renga che Pietro ed io
abbiamo scritto, nel quale le nostre poesie si alternano.
Buona lettura!
Maresa
Renga
1.
Ora che intorno
C'è solo la neve
II verde d'una foglia
Basterebbe
Ad accendere il rosa delle gemme
Sulle ossa di cenere
Del cielo.
2.
Ma si sfracella il monte
Quando dell’uomo che vaga
Appena colto il profilo
Si tinge di luna.
3.
Tra le foglie gelate
Dei mirtilli
Lo scheletro sottile
D’una rosa
Con un: din din
Si sbriciola nel gelo.
4.
Barcolla il tronco, si apre al
vento
si mostra intatto
il bosco dei pianti dei sogni,
anche se in ciclo non appare il
segno.
5.
Ed il gelo assottiglia
I nostri polsi
Fino a renderli puri come rami
Esangui
Ma protesi verso il cielo
Nell’attesa di un battito
Di luce.
6.
Ora di un manto leggero
La falce appena si vela
E distratta, oh, distratta
Guarda il mondo.
7.
Fiammella di sgomento
Luce di clorofilla
II verde di una foglia
Che si spenga
Nel vento.
8.
Aperti codici, le strade,
appena scossi dal traffico dei
carri,
uomini vanno e vanno,
sotto il bagliore. E’ notte.
9.
Ma sono torce i pini
Cupi di verde fumo
Notturni di profumo
Sulla cresta tagliente.
10.
Bosco del fluire
Aperto simbolo di muschio
Coniglio leggero e dormiente
Nel suo riflesso.
11.
Una croce
Granito
La luce della luna
Pare sfiorar la neve
II suo mantello viola.
12.
Ballano soli i passi delle rotte
Dei mari, delle barche lasciate a
galleggiare.
Solo il biancore dell’orma,
riluce,
nel cuore della notte.
di: Maresa Di Noto e Pietro Cadelli
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