martedì 19 febbraio 2013

Meditare in movimento

Sdraiarsi a terra e calcare un piccolo pezzo di suolo, sentire come il corpo vi si adatta, rilevare le proprie rigidità le proprie irrequietezze.

Fare silenzio e tenere fermo il corpo, porre la mente nel corpo ed ascoltarne i segnali.

Ritrovare il fluire del proprio respiro, farsi trasportare da esso e saper interagire con esso.

Poterlo condurre al centro del corpo e dal centro in ciascun distretto, facendolo vibrare là dove vogliamo lavorare, distendere o tonificare.

Riconoscere i propri limiti, lavorarli dall'interno, con delicatezza. Riconoscere i propri dolori, guardarli con lucidità, definirli senza timore, non opporsi ad essi, ma andare loro incontro col respiro e col lavoro paziente.

Riafferrare la propria mente, come la coda di un aquilone e riportarla dentro il corpo, dentro il presente. Riposare nel silenzio, di un riposo attivo, lucido, che da energia. Ascoltare la propria energia, sentirla muovere, rimetterla in circolo insieme agli elementi fluidi e gassosi che ci attraversano.

Poterla ricevere e poterla dare, vederla scorrere intorno a noi, tra noi e gli altri.

Non finire una lezione scattando in piedi e iniziando subito a parlare, ma portare con noi nel nostro quotidiano una traccia del silenzio, di centratura, un po' d'attenzione agli altri, infine un po' di benessere.


Cristiana

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