Come sapete tra le attività proposte ai soci dalla nostra
associazione c'è anche quella degli acquisti collettivi di prodotti biologici.
Quando diciamo collettivi auspichiamo che possa formarsi un gruppo di persone
che, operando insieme, costruisca un modo diverso di fare acquisti. La presenza
costante di alcuni volontari è garanzia di serietà e continuità nel lavoro, ma questo
non deve far pensare per quanto riguarda tutte le fasi operative ad una delega
totale affidata a questo gruppo ristretto.
Anzi, secondo noi, anche la fase preparatoria è
fondamentale proprio per capire l'importanza di un'alimentazione più sana. Non
è il caso di spiegare a chi legge il valore socio-ambientale dell'incremento
nel consumo di prodotti bio: nella
ricerca della quale si fa promotore Il
Cerchio di un rapporto più equilibrato ed olistico con se stessi e con
l'ambiente che ci circonda, la scelta di privilegiare l'acquisto di prodotti bio è sicuramente una scelta di salute,
ma diventa anche un forte contributo all'ecosistema, favorendo lo sviluppo economico
del settore e dando forma a pratiche produttive e commerciali attente al
benessere.
Forse alcuni ricorderanno lo slogan: "quando compri, voti!"...e questa è l'indicazione
che vorremmo potesse arrivare al mercato
dei nostri acquisti: un chiaro invito a privilegiare un certo tipo di prodotti
(con un impatto sempre minore sull'ambiente) a scapito di altri che, invece, vengono
ad incidere pesantemente sull'ecosistema e di conseguenza sul benessere
individuale. Non si tratta semplicemente di creare un'altra strada
alternativa al consumo, determinando una nuova rincorsa ad un accaparramento privilegiato,
ma piuttosto di porre in essere attenzioni sempre più vive che possano favorire
la produzione anche nelle nostre zone, riducendo i passaggi e le manipolazioni della
merce e dunque avvicinandoci maggiormente ai bisogni della terra. Ci permettiamo quindi di ricordare ed evidenziare alcuni
punti fondamentali che sono alla base del nostro lavoro:
1. Attenzione ad uno stile di vita più sobrio. Questa
verifica mi deve portare all'individuazione dei bisogni primari, escludendo le
sollecitazioni del mercato (per quanto riguarda il cibo, ad esempio, prodotti
più semplici e rinuncia a merci, anche bio,
che ricalcano modelli consumistici).
2. Attenzione al rischio dell'avidità (la corsa
all'accaparramento di beni e strumenti che mi rassicurano e che mi pongono in
continua competizione).
3. Attenzione alla cultura della convivialità, cercando di
non cadere nell'egoismo della scelta individualistica e privilegiata (tipo
boutique).
4. E, non ultimo, un elogio della leggerezza: tutto questo
vuole essere un invito ad uno stile di vita più piacevole e allegro, deponendo
quel senso di insoddisfazione che ci tormenta e ci fa diventare dei consumatori
sempre più voraci.
5. Estrema attenzione ai cibi che devono avere la
caratteristica della semplicità: dalla produzione (piccoli produttori locali
che magari ricercano varietà autoctone e povere), al confezionamento
(imballaggi e trasbordi eccessivi), alla concentrazione nelle mani di pochi,
grandi distributori che privilegiano le qualità standard a danno della scoperta
di gusti, formati e aspetti diversi.
Secondo queste impostazioni non si tratta solo, a nostro parere,
di sostituire prodotti di massa con altri, magari più costosi, che ci
tranquillizzino perché ecologici. Si tratta piuttosto di privilegiare un approccio
differente di tutto il nostro essere, di non considerarci come semplici
contenitori, ma di vedere in noi gli agenti responsabili e adulti di un lungo cammino
costruttivo alle cose, sia per quanto riguarda la nostra alimentazione, che il
nostro corpo, le relazioni con gli altri, la salute, l'ambiente e quant'altro.
Crediamo di poter concludere queste righe lasciandoci con
questo pensiero sul quale lavorare: “Chi
riconosce il sufficiente come sufficiente, avrà sempre il sufficiente”.
Buona spesa a tutti!
Il Gruppo d'acquisto
(gennaio 2003)